LIBRO III
LEGGE DEI SIMILI - INDUZIONE ONDE DELLE MALATTIE - ONDE DEI RIMEDI ONDE RADIO - ATTIVE PARIGI 1933 Con il terzo libro inizia lo studio della radioattività e da qui in avanti Turenne camminerà su una strada che differisce profondamente da quella della fisica ufficiale, solo per gli strumenti e gli approcci scelti. Il metodo che Turenne usa è tuttavia scientifico sotto tutti i punti di vista. Le “regole del gioco” sono spiegate in anticipo come la terminologia, usata inoltre in modo rigoroso ed univoco, i protocolli degli esperimenti sono chiari ed illustrano esaurientemente le condizioni necessarie e sufficienti per la riproducibilità degli esperimenti. Analoghe ed esaurienti descrizioni sono fornite per illustrare la strumentazione utilizzata, ed infine i risultati confrontati statisticamente con quelli di oltre cinquecento sperimentatori, non sono in contrasto con alcuna delle leggi fisiche conosciute. Gli esperimenti sulla radioattività vengono condotti dall’Ing. Turenne con del ‘radio’ (n.88 della Tavola Periodica degli Elementi Mendeleviani). Anche per il ‘radio’ Turenne traccia lo spettro di emissione studiandone le caratteristiche di campo ed inizia ad investigare le relazioni fra radioattività ed elettromagnetismo. Sulla base delle scoperte e delle ipotesi formulate nel primo Libro, Turenne costruì una prima rudimentale apparecchiatura composta da un regolo millimetrato in legno di 1.55 mt., sul quale erano incise delle tacche di riferimento. Per quanto visto, il regolo si comporta come ‘un’antenna’ se orientato Nord-Sud, soprattutto se si rinforza localmente il campo magnetico terrestre, con una normale calamita a ferro di cavallo appoggiata all’estremità. Turenne “tarò” il regolo incidendo una tacca in ogni punto in cui, percorrendo il regolo, il suo speciale strumento ad aghi magnetici accusava l’induzione di una linea di forza del campo esterno, perpendicolare al senso del regolo, quindi Est-Ovest. Ponendo successivamente l’oggetto da esaminare nel punto “0” ricercava un’eventuale variazione del campo sul regolo. Quando arrivò il momento di esaminare lo spettro del ‘radio’, verificò con sua grande sorpresa che lo spettro del ‘radio’ era uguale a quello della calamita: i due campi sovrapposti davano lo stesso spettro: Le tacche segnate da Turenne sul regolo erano otto ed erano incise rispettivamente alla distanza di: 13, 19, 25, 50/55, 62, 68, 80 cm. dal punto 0. Nel secondo libro verificò inoltre che i sette colori principali avevano ciascuno uno spettro caratteristico in corrispondenza di ciascun numero osservando che il verde oscilla con continuità nella zona (una banda) che va da 50 a 55 cm. Turenne sostituì la calamita con il ‘radio’ e ripeté tutte le misurazioni ottenendo gli stessi risultati. A questo punto orientò l’antenna in modo diverso dall’asse Nord-Sud e sempre con il radio ripeté nuovamente tutte le misurazioni: ancora una volta ottenne gli stessi risultati. Furono proprio questi esperimenti ed altri ancora che gli fecero concludere nel 1943 che, radioattività ed elettromagnetismo sono le due facce di una stessa medaglia, quella della: radio-disintegrazione. Controllò lo spettro di tutti quegli elementi che riuscì a procurarsi, verificando che l’emissione di ognuno coincide con una delle tacche già scoperte e che, a loro volta, coincidevano anche con uno dei colori. Non è difficile scorgere le significative analogie esistenti fra l’apparecchiatura di Turenne ed uno spettroscopio classico (il ‘radio’ rappresenta la sorgente e le tacche le linee spettrali); solo che nel suo caso non esaminava la materia ma direttamente la radiazione generata da questa materia allo stato naturale (e non riscaldata per amplificarla ulteriormente come negli spettroscopi classici). L’altra importante verifica che Turenne fece fu quella riguardante la possibilità di mettere in stato di ‘disintegrazione’ degli elementi stabili. Questa radiazione è detta di “radiodisintegrazione” per distinguerla dalla radioattività vera e propria. Il meccanismo di base è identico, ma molto diverse sono le energie in gioco. Nel 1934 Irène Curie, figlia di Madame Curie, insieme al marito Frédéric Joliot scoprì che, atomi stabili possono essere resi instabili bombardandoli con deuteroni e neutroni. Se il meccanismo appare lo stesso inspiegabile risulta la differenza fra le energie implicate nelle due ricerche. Per l’Ingegner Turenne questo meccanismo opera anche a bassissime energie mentre nel caso dell’esperimento di Irène Curie le energie in gioco erano decisamente più alte. Anche oggi la fisica ci insegna che per rendere instabili atomi normalmente stabili è necessario somministrare una quantità di energia in ogni caso decisamente più alta di quella ipotizzata dal Prof. Turenne. L’unica spiegazione che potrebbe essere presa in considerazione comporta la presenza di una sorta di catalizzatore che abbassi l’energia di innesco della fusione o della fissione. Questo “catalizzatore” per Turenne potrebbe essere in realtà il meccanismo di risonanza e induzione che si verrebbe a creare fra due circuiti elementari. Quando due circuiti non sono in risonanza, l’energia che passa dall’uno all’altro è notevolmente più bassa di quella che passerebbe se invece i due circuiti fossero risonanti. Potremmo quindi immaginare il nostro atomo come una cassaforte; per estrarre un protone da questa cassaforte esistono solo due possibilità: O ne conosciamo la combinazione o la facciamo saltare. E’ evidente che le energie in gioco nei due casi sono estremamente diverse. Turenne conclude che la natura usi un metodo più delicato e raffinato per produrre le sue trasformazioni. Quando due corpi o due circuiti vibrano in armonica, TUTTA l’energia emessa dal primo viene trasmessa al secondo. Per visualizzare il meccanismo si potrebbe pensare all’energia necessaria per rompere un cristallo purissimo e compatto con le mani o con l’acuto di un soprano. Se l’altezza dell’onda di forza è uguale, TUTTA l’energia viene trasferita, mentre invece una buona parte di energia meccanica usata per rompere il cristallo viene dispersa sotto forma di calore (riscaldamento del cristallo e sudore dell’operatore). Nel corso di questo terzo libro, Turenne inizia un rapporto di collaborazione con il dottor Rouy, medico docente e massimo esperto di omeopatia a Parigi. Grazie al dottor Rouy, Turenne entra poi in contatto con il dottor Nebel di Losanna, eminente studioso specializzato in malattie tumorali. Stimolato dalle richieste dei due eminenti medici, Turenne è obbligato di rivolgere l’attenzione dello studio, verso l’aspetto biologico della natura e dell’uomo. I Medici, che avevano i loro punti interrogativi intorno alle origini ed alle cause delle gravi malattie, chiesero a Turenne di indagare il problema esaminandolo dal punto di vista della fisica. Il risultato più interessante e pregno di conseguenze di questa prima fase di collaborazione è uno studio sufficientemente dettagliato delle emissioni ondulatorie delle culture batteriche, nel corso del quale viene esaminata la possibilità di realizzare una radiazione più sterilizzante di quella agli ultravioletti. Riportiamo qualche capitolo in lingua originale.
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